martedì 21 gennaio 2020

Libri e settima arte. Parte IV: Little Women

Benvenuti lettori, al quarto appuntamento con i libri al cinema! Oggi parliamo di un classico amatissimo, un libro che non ha bisogno di presentazioni e che pur scritto più di un secolo fa ancora ha tantissimo da dire!
Del libro ho già parlato tanto tempo fa qui, adesso mi focalizzerò sul film.



Immagine presa dal sito Be the movie, see the movie

Nemmeno un mese dall'uscita italiana dell'ultimo film ispirato a Little Women - Piccole Donne, il capolavoro di Louisa May Alcott, e già sono fiumi di critiche (fortunatamente non tutte negative).
Io ho visto il film due settimane fa e, onestamente, l'ho trovato il miglior adattamento tra quelli visti finora (mi manca quello recente della BBC, che recupererò al più presto).
Trovo che Greta Gerwig abbia fatto un lavoro stupendo, non soltanto dal punto di vista della sceneggiatura (scritta da lei stessa): il modo in cui il film è girato, la fotografia, la colonna sonora, gli attori scelti, tutto contribuisce a rendere questa nuova pellicola speciale.
Non è fedele? Nello spirito sì, ma non ci possiamo aspettare la completa fedeltà di un film a un libro, proprio per il fatto che sono prodotti diversi. Molte delle descrizioni del libro (vale per questo, ma ovviamente per tutti) non possono essere riprodotte fedelmente nel film, così come i pensieri dei personaggi. Sta ovviamente alla bravura del regista e degli attori sopperire a queste "mancanze" e io credo che Greta e il suo cast ci siano riusciti. 

Prima di vedere nel dettaglio il film, vorrei fare un paio di precisazioni: quando si fa un film da un libro si chiama "adattamento", ossia lo si "adatta" più o meno fedelmente. Ma nella parola adattamento c'è la chiave di lettura del film (scusate il non voluto gioco di parole): se volete il libro, leggetevelo, il film è un'esperienza diversa. Così su due piedi mi viene in mente Shining di Kubrik. Chi ha il coraggio di dire che è un brutto film? Solo King. Perché? Perché secondo lui ha snaturato il libro. Cosa verissima, ma non si può negare che sia un capolavoro oggettivo del cinema. Semplicemente, è basato sul libro, non voleva essergli fedele.
Ci sono altri film che ricalcano il libro in tutto e per tutto e fanno schifo. Sempre parlando di King, mi vengono in mente Le notti di Salem (libro fantastico, uno dei migliori, film meno che mediocre), la miniserie di IT (libro immenso, serie poverissima). Tralasciando King, penso a Orgoglio e pregiudizio (libro stupendo, film tremendo -parlo di quello con la Knightley-) o Jane Eyre (idem, quello con la Wasikovska). Insomma esempi a iosa.

Little women 2019 è un film sicuramente modernizzato rispetto al libro (pubblicato più di un secolo fa, guarda un po') ma che ne conserva i valori e lo spirito. Jo è l'assoluta protagonista, ovviamente, ma Greta ha deciso di dare spazio anche ad Amy, che di solito è il personaggio più "odiato" tra le quattro sorelle, perché viziatella e un po' presuntuosa. Anche io la penso così, ma il film pur mantenendo queste caratteristiche me l'ha fatta vedere in modo diverso, in una luce che mi ha permesso di comprenderla un po' di più. E quando rileggerò il libro (a breve, in lingua originale per la prima volta) terrò presente anche questa chiave di lettura. Meg è la sorella più scialba, secondo me, quella che non è "abbastanza": non abbastanza frivola per le sue amiche, non abbastanza intelligente per essere di supporto vero a Jo, non abbastanza integerrima da essere una moglie ideale (le prime pagine di Good wives o Piccole donne crescono, se ben ricordo, erano sui suoi problemi con John, poi risoltisi). Beth è esattamente la Beth del libro, di salute cagionevole ma con l'animo più incrollabile di tutte. La sua fede la sostiene e le dona una forza che sembra strana associata a lei, così deboluccia e timida vista da fuori. Eppure è quella che si incammina da sola verso la temuta casa dei Lawrence per ringraziare il burbero signore del pianoforte, quella che ha sempre una parola di conforto per le sue sorelle e per gli altri, quella che nonostante non possa fare molto prende e va dai poveri Hummel a portare quel poco che ha. Prendendosi la scarlattina...
Ovviamente il film sviscera il rapporto tra Jo e Laurie, una grandissima storia di amicizia che più in là di quello non può andare. Quando da piccola lessi il libro per la prima volta, mi ricordo benissimo che fui felice che Jo gli rispondesse di no. Trovavo Laurie assolutamente inadatto a lei per la sua pigrizia e poca forza di volontà. Certamente, Jo l'avrebbe aiutato moltissimo, ma lui l'avrebbe uccisa, avrebbe a poco a poco ucciso il suo spirito. Ovviamente non pensavo queste cose così nel dettaglio da piccola, ma ora posso finalmente mettere in parole quella sensazione di inconcludenza che mi ha sempre ispirato lui. Unica nota stonata di un film comunque perfetto è stata il ripensamento di Jo alla fine, quando decide di ricominciare da Laurie, dopo aver visto crollare intorno a lei qualsiasi certezza possa aver avuto. Fortunatamente le sue sorelle la spingono verso Frederich, che invece è assolutamente perfetto per lei. Insieme sapranno fare tantissimo, perché lui è uno che non si limita a osservare la vitalità di Jo e a trarne giovamento: lui vuole migliorarla e insieme migliorarsi. Ah, una fine degna e soddisfacente, non c'è che dire!
Gli attori mi sono piaciuti tutti, primari e comprimari, ma ho trovato Timothée Chalamet leggermente al di sotto delle aspettative. Forse un po' troppo esagerato. O forse è solo perché Laurie mi sta antipatico!!! Non dimenticherò mai una frase del libro che mi ha folgorata (in senso negativo) quando l'ho letta: Laurie parlando con Amy (mi pare, questo dettaglio non lo ricordo bene) dice che lui ha sempre saputo che avrebbe sposato una delle sorelle March. E questo che vuol dire?? Che te ne bastava una, non importa quale?? Oh, quanta leggerezza e immaturità nelle sue parole!! Non a caso, sposa Amy, così infantile lei stessa (nel film un po' meno).

Il film è particolare già dal principio, perché da subito ci mette in chiaro che la timeline non sarà lineare, ma un'alternanza di flashback e flashforward, che non saranno mai fastidiosi, anzi, ci faranno rendere conto ancora di più di quanto tutta la storia sia ben amalgamata tra passato e presente, quanto i personaggi crescano e cambino, pur rimanendo fedeli a se stessi.
Questo è stato il vero colpo di genio della regista. 
Questo e l'aver fatto un film su un libro che evidentemente ha amato molto. E lo dico con una sicurezza assoluta, perché altrimenti non sarebbe riuscita a fare un lavoro del genere. Devi amare davvero quello che fai e l'originale da cui hai tratto ispirazione per ottenere un risultato così bello, vivo, caldo. 

E' un film che ovviamente consiglio a tutti, dopo aver letto il libro (o almeno che vi sia di spinta per leggerlo), scommetto che vi resterà dentro per un bel pezzo. Io sono già pronta a comprare il blu ray appena uscirà!

Anarchic Rain

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