TITOLO: I Re della Prateria - Grass Kings
AUTORE: Matt Kindt (testi) e Tyler Jenkins (disegni)
EDIZIONE: OscarVault
PAGINE: 448
VERSIONE LETTA: e-book (anteprima)
VALUTAZIONE IN DECIMI: 7
*Trasparenza: il libro mi è stato mandato dalla OscarVault in anteprima per una recensione onesta*
I nostri controlli? Quelli che ci permettono di stare al sicuro? Siamo noi. Tutti conoscono tutti. Coltiviamo l'arte di trattarci l'un l'altro da esseri umani.
Se qualcuno vi dicesse che c'è un posto dove non esiste una giurisdizione, dove si può andare e mettersi a lavorare senza più preoccuparsi del mondo esterno, voi che fareste? Lascereste tutto per andare a vedere di cosa si tratta?
Il presupposto di questo graphic novel è l'esistenza di un "regno" in cui uomini e donne vivono lavorando e occupandosi gli uni degli altri, senza ingerenze dai paesi confinanti.
Un posto che apparentemente è un Eden, perduto e ritrovato, dove da secoli la gente va a vivere per essere lasciata in pace.
Ma cosa succede se in un posto magico come questo, apparentemente perfetto, si nasconde un serial killer? Fino a che punto si è disposti ad arrivare pur di salvare tutti gli altri?
A grandissime linee la storia è questa, un giallo alla Agatha Christie, all'inizio in bilico tra "Assassinio sull'Orient Express" dove tutti sono colpevoli e "L'assassinio di Roger Ackroyd" dove lo è il meno probabile.
Ma basta parlare della trama, altrimenti va a finire che il mio viziaccio orrendo di spoilerare tutto mi frega anche stavolta!
Il volume è totalmente a colori, che sono tra le cose che mi sono piaciute di più: acquarellati, definiscono il tratto del disegno che a volte è solo appena appena accennato e danno vita alla vignetta. Ovviamente, ci sono tutti i toni del verde e del blu, erba e cielo, e rosso, come i tramonti che si godono in un posto a inquinamento molto basso.
I disegni sono molto particolari, sono imprecisi e questo dà sempre l'idea di stare per cadere da quel filo del rasoio su cui tutti sembrano muoversi.
Mi consigliava i libri e io li leggevo tutti. Ogni volta che giravo una pagina, ero più vicino a lei.
I personaggi sono tutti al limite: il confine tra "bene" e "male" così come lo intendiamo noi è molto più labile di quello che si pensa, a volte non esiste nemmeno più: il dolore di un padre che ha perso sua figlia o di un uomo che ha perduto la donna amata, pur se non può giustificare proprio tutto, comunque è un'attenuante per determinati comportamenti. Specie se ci si aggiunge il rimorso e il senso di colpa. Ecco, è proprio il senso di colpa la chiave di lettura di alcuni di loro.
Il dolore e la morte di una vittima durano pochi istanti. Ma la sofferenza di chi resta può durare anni, generazioni. E io l'avrei descritta tutta. Chi altri poteva...essere tanto vicino alle vittime e al delitto?
Chi non si redime, qui, sono quelli considerati "normali", quelli che vivono nel mondo come noi lo conosciamo. La loro ignoranza e la loro "bassezza" sono imperdonabili.
Così come imperdonabile è l'assassino, e come in ogni giallo che si rispetti è solo alla fine che scopriremo la sua identità. Credo che la maggior parte di voi sarà soddisfatta quanto me della punizione che subirà, ma di nuovo devo cucirmi la bocca per non spoilerare!!
Il bello delle macchine? Loro le posso capire. Posso imparare dove mettere un pezzo per farle funzionare. Le persone? Tutta un'altra cosa. Sono incomprensibili. Ho rinunciato a capirle tanto tempo fa.
Mi piace molto il fatto che si parta dal tema "giallo" (chi è l'assassino?) ma che poi lo si metta da parte (come ormai sanno anche i muri, a me i gialli non piacciono affatto) per andare oltre, scavare in profondità nella vita delle persone, portare alla luce la loro parte più putrida e arrivare così a una specie di catarsi, di salvazione. Almeno, quasi per tutti. Per i cuori corrotti non c'è redenzione, non qui e non ora. E io sono perfettamente d'accordo con gli autori.
Cos'è che non mi è piaciuto del libro? Ho trovato la trattazione di alcune storyline troppo superficiale, più adatte probabilmente a un romanzo "scritto" più che disegnato. Come se mancassero dei pezzi a quello che l'autore vuole davvero dirci.
Leggere o non leggere questo romanzo a fumetti? Sicuramente sì se vi piace il genere giallo e se vi piacciono i graphic novel, ma poiché l'ho trovato a tratti poetico e struggente lo suggerisco anche a chi il genere non lo mastica molto (come me).
Anarchic Rain
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