TITOLO: Il buio oltre la siepe - To kill a mockingbird
AUTORE: Harper Lee
EDIZIONE: Feltrinelli
PAGINE: 350
VERSIONE LETTA: cartacea
VALUTAZIONE IN DECIMI: 10
Non so dire quanto io sia felice di aver letto come primo libro del 2020 questo capolavoro!
Ho provato a leggerlo in originale, ma avendo solo la versione cartacea non avevo il vocabolario integrato ed è risultato troppo difficile per me. Quindi l'ho letto in traduzione. Devo dire che non mi è dispiaciuta affatto, anche se due o tre volte sono andata sull'originale per fare il confronto.
È un libro semplice nella trama e nella narrazione, ma la sua profondità è quasi insondabile. Mi piace sempre citare Calvino quando parlo di classici, quando ha detto che "un classico è un libro che non smetterà mai di avere qualcosa da dire", perché è esattamente quello che fa questo libro dal 1960. Sono 60 anni che ci parla e ci ammonisce e ci prega di fare attenzione. A chi? Agli altri, fondamentalmente. A cosa? A essere sempre oculati nelle nostre scelte riguardo qualsiasi cosa.
Nella testa mi si affollano miliardi di cose da dire, ma vorrei per una volta procedere con ordine.
La scrittura. Semplice, diretta, colloquiale. D'altra parte è il racconto di una bambina di 8 anni, per quanto istruita. Ha l'immediatezza e la freschezza della vera gioventù, quella che passava le lunghe giornate estive a correre nei campi e a inventare sempre nuovi giochi per riempire le giornate e non sprecarle. Quella che la sera si sedeva in famiglia a chiacchierare di come era andata la giornata. Quella curiosa di qualsiasi cosa, mai annoiata dalla vita, per quanto monotona e priva di stimoli potesse sembrare.
Scout è una che parla molto, a cui piace ascoltare e dare opinioni, spesso non richieste, anche se non è mai petulante o indisponente. Si guarda intorno cercando di imparare a crescere e parlare, fare domande, ascoltare, sono gli unici strumenti che ha, nell'Alabama degli anni '30, all'inizio del secolo scorso.
La storia. Scout e suo fratello Jem sono due bambini di 6 e 10 anni, molto fortunati perché, oltre a essere figli di un avvocato (hanno quindi l'erudizione a portata di mano), sono per la precisione figli di Atticus, un uomo integerrimo, buono e intelligente. Tutti dovremmo avere un genitore come lui, perché sarebbe una certezza di crescere bene. Scout filtra il vero fulcro del libro attraverso i suoi occhi, ma ci arriva comunque forte e chiaro. In una cittadina del Sud degli Stati Uniti, sonnolenta e "sicura", scoppia un caso di apparente stupro il cui accusato é un uomo di colore. Atticus viene chiamato a difesa dell'imputato.
Il contorno del fulcro sono le varie vite degli abitanti del paese con cui Scout si relaziona. Non manca nemmeno il "mistero", più interessante del resto agli occhi della bambina: un misterioso vicino di casa mai visto che, nell'immaginario suo e del fratello, diviene un mostro assetato di sangue o un prigioniero della sua cattiva famiglia, a seconda della situazione.
Non racconto altro, per evitare spoiler.
I personaggi. Scout è la voce narrante ed è la ragazzina più adorabile dell'universo, senza se e senza ma. Mentre leggevo pensavo: cavolo, mi sarebbe piaciuto essere come lei da piccola! Non è solo vivace e intelligente, ha proprio una marcia in più. Sarà il fatto di avere Jem come fratello o Atticus come padre, comunque sia è una tosta che non si fa mettere i piedi in testa e non ha paura di puntarli per quel che ritiene giusto. É curiosa e fa domande su quello che non capisce (Atticus dà il meglio di sé quando risponde a un adulto che aveva dato a Scout una risposta ambigua: quando un bambino ti fa delle domande, rispondi! Ma senza complicare le cose. I bambini sono bambini ma riconoscono le risposte evasive e una risposta evasive ha solo il potere di confonderli), pretendendo risposte oneste. Ed è solo dopo aver sentito ogni genere di risposte e visto ogni genere di comportamenti che riesce a rispondere al fratello che le elenca i vari tipi di persone: no, Jem, io credo che esista un solo tipo di gente. La gente.
IDOLO.
Oppure, in un'altra frase mitica: come fai a odiare tanto Hitler e poi a fare una giravolta e trattar male la gente a casa tua?
Questa, signori, è LA domanda.
Atticus ho già detto che è il genitore da clonare, ma purtroppo ce ne sono sempre meno. Lo ammiro tantissimo, la sua integrità è difficile da mantenere in un contesto come quello, è messa continuamente alla prova, sarebbe più facile farsi trascinare dalla maggioranza, ma come dice lui stesso "l'unica cosa che non è tenuta a rispettare il volere della maggioranza è la coscienza".
Jem è un grande fratello maggiore, di 4 anni più grande di Scout, alle prese con l'adolescenza, ma sempre pronto a parlare con lei di tutto, a portarsela dietro in ogni occasione e a spronarla a diventare migliore.
I cittadini di Maycomb sono dei comprimari buoni, non solo fantasmi sullo sfondo ma tridimensionali, quasi tutti.
La figura mitica ed evanescente del vicino che i ragazzi non hanno mai visto, Arthur "Boo" Radley, aleggia nei discorsi e nelle fantasie dei ragazzi, ignari se si concretizzerà mai. Ma va anche bene così, i bambini vivono anche di queste fantasie, alimentano la loro immaginazione e, a volte, le loro paure, imparando a superarle.
E quel finale, quel climax lasciato alla fantasia del lettore è molto significativo. Chi o cosa ha ucciso il "bad guy"? Boo? Jem? Una tragica fatalità? E lo sceriffo fa bene o no a prendere la decisione che prende? Immagino che la risposta dipenda molto da chi legge...
Il messaggio. Qual è il messaggio di questo capolavoro? Quello immediato è che non bisogna mai giudicare una persona dal suo aspetto o sulla base di dicerie. Il razzismo (in ogni sua forma) è fondamentalmente sbagliato, sbagliatissimo, da abolire. Purtroppo su questo argomento il libro si presenta di una modernità sconcertante, anche deprimente per quanto mi riguarda.
Ma non dimentichiamoci che questo è anche e soprattutto un romanzo di formazione e che l'insegnamento fondamentale che si può ricavarne è che un bambino è una persona e un adulto in potenza e che per crescere ha bisogno di amore sicuramente, ma anche di certezze e verità, belle o brutte, facili o difficili. Non possiamo sperare nel futuro se non riusciamo a crescere un bambino nel modo giusto. Scout ha tantissima fortuna dalla sua parte (Atticus e Jem) ma ha anche un'ottima base di partenza su cui loro possono agire. A volte la base non c'è e allora possiamo contare solo sull'ambiente circostante; altre volte è l'ambiente a mancare e, nell'ipotesi più nera, mancano entrambi, ma comunque il nostro dovere è comportarci sempre al meglio delle nostre possibilità.
Leggete questo libro. Dovrebbe essere obbligatorio, ecco.
Anarchic Rain
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