TITOLO: Bag of bones
AUTORE: Stephen King
EDIZIONE: Scribner
PAGINE: 516
VERSIONE LETTA: kindle
VALUTAZIONE IN DECIMI: 9-
Compared to the dullest human being actually walking about on the face of the earth and casting his shadow there, the most brilliantly drawn character in a novel is but a bag of bones.
Sono sempre senza parole quando finisco di leggere questo libro. Questa credo sia la mia terza volta (prima in inglese) e di nuovo ho sperato che qualcosa cambiasse, che non fosse più come è, ma fosse diventato qualcosa di nuovo. Fa sempre male arrivare quasi alla fine e leggere la parte più triste.
Per tutto il libro il senso di inevitabilità è palpabile, ti soffoca quasi. Ed è questa sensazione che ti ricorda la Torre. Non c'è nessun riferimento in particolare, niente che possa rimandare chiaramente all'Opus Magnum di King, eppure la Torre c'è, pervade le pagine una ad una ed è il senso del Ka, in tutta la sua Potenza.
Any good marriage is secret territory, a necessary white space on society's map. What others don't know about it is what makes it yours.
Mucchio d'ossa è un libro sull'elaborazione del lutto. Mike perde sua moglie all'apice del loro amore e non riesce a farsene una ragione. Apparentemente continua a vivere, ma dentro è bloccato. Altro che blocco dello scrittore. Blocco della persona, lo chiamerei.
Mike riuscirà a trovare un'altra ragione per vivere, ma solo dopo aver sistemato gli ultimi affari sospesi di Jo, sua moglie.
Ovviamente il tutto condito dal tocco di King, quindi questi affari sospesi hanno a che fare con una casa stregata, ma questa è solo la sottotrama.
La trama è che una persona in lutto, non importa quanto tempo impieghi, prima o poi tornerà a vivere. E secondo me già questo sarebbe un messaggio stupendo da solo.
Ci sono poi tutti gli ingredienti che ti fanno amare King: una bambina superiore alla media, un fantasma tormentato, una casa stregata, profondità di ogni personaggio (fondamentale secondo me il custode di Mike, Bill Dean), atmosfere da sogno (o incubo), realtà assottigliata.
Gli anni '90 di King segnano la sua migliore produzione continuativa. Non ne ha sbagliato mezzo!
Leggete questo piccolo gioiello, e tenete i fazzoletti a portata di mano.
Anarchic Rain
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RispondiEliminaNon potevo non commentare il post sul mio libro preferito. Tu lo sai, ma lo ribadisco anche qui:per me è il miglior King di sempre. O almeno lo è stato prima di 22/11/63, che considero di pari livello ma, probabilmente, di una spanna (forse meno) inferiore a questo capolavoro. La capacità che lo zio Stephen ha di prenderti per mano e portarti nella storia, farti soffrire con un pugno nello stomaco da subito, già dalle prime pagine, analizzare e caratterizzare il protagonista ed i suoi tormenti, raccontare una toccante storia d'amore e poi toglierti le certezze, preannunciando una tragica fine a cui non si è mai preparati (alludo a ciò che succede a Mattie), è senza paragoni nella letteratura odierna. In confronto agli altri suoi lavori qui c'è tutto di lui, perchè poi riesce ad infilarci anche il sovrannaturale ed una punta di horror senza forzature e senza scadere nel ridicolo, e ci aggiunge anche la sua innata abilità di trattare con delicatezza, efficacia e la giusta crudeltà (perchè è una caratteristica di tante, troppe persone, facciamocene una ragione) temi spinosi come il razzismo, che già aveva affrontato, con classe e genialità, nella Torre. Per questo, e tanto altro che si può scoprire solo leggendolo, "Mucchio d'ossa" è il libro che consiglio a chiunque voglia avvicinarsi alle opere di Stephen King.
RispondiEliminaSono d'accordo con tutto. Solo, io consiglio sempre di partire da Carrie, perché lo trovo più approcciabile, essendo corto, ma comunque denso e assolutamente kinghiano puro.
EliminaMa Mucchio d'ossa viaggia su altri (e alti) livelli, assolutamente.