martedì 2 agosto 2016

Notte buia niente stelle di Stephen King

Eh lo so, non sono in ordine cronologico, anzi, ho saltato varie decine di anni, considerando che l'anno di prima pubblicazione di questa raccolta di racconti è il 2010, ma ho una buona (forse) giustificazione.
Sul forum di letteratura che seguo da anni, dal primo al 31 agosto si svolgono le Olimpiadi letterarie, in onore di quelle sportive (Rio 2016) e mi sono iscritta per partecipare. Il gioco che mi è stato assegnato è il Rugby e consiste nel leggere entro questo mese sette libri, di cui quattro sono tra quelli della mia to-read-list e tre tra quelli delle mie "avversarie".
Insomma, un gioco divertente, culturale e che mi permette di smaltire molti libri che per un motivo o per un altro sono rimasti anni nella mia lista (pur avendo il libro a disposizione!).

Ho iniziato con questa raccolta perché era tantissimo che volevo leggerla, soprattutto dopo aver letto la sua ultima (Il bazar dei brutti sogni) ed averla trovata deludente, volevo conoscere quella che l'aveva preceduta. Chissà cosa cercavo.
Probabilmente un segno.
Ma di cosa?
Che Bazar fosse stato solo uno scivolone...uno dei pochi (secondo me) nella carriera impeccabile dello zio.

Il risultato è un grande BO.
NBNS è formato da quattro novelle e la parte migliore, mi viene da dire, è la postfazione di King.
Ok, lo ammetto, sto esagerando.



La prima è 1922. Non so cosa dire a riguardo. Non posso dire che non mi sia piaciuto, è chiaro, come ho ripetuto fino allo sfinimento lo zio SA scrivere, potrebbe scrivere qualsiasi cosa, anche di un tappeto che fuma e farlo apparire reale, ovvio e terrificante. Ma manca qualcosa. Come altre volte mi è capitato di pensare, mi è sembrato che mancasse l'anima, che fosse un puro esercizio di stile, come invece nega nella postfazione (sapevi che qualcuno te l'avrebbe detto, eh, zio?)...
La storia mi ha appassionato, l'ho letta di notte, non riuscivo a mettere giù il libro, ma penso che la  mia voracità significasse solo che mi aspettavo qualcosa nella pagina successiva...poi in quella successiva...e così via, finché non ho finito le pagine, senza trovare quello che cercavo.

Un po' meglio è andata con il successivo Maxicamionista. Una donna che si vendica ferocemente (ma nemmeno troppo, ho trovato i topi del primo molto più fomentati di lei) per lo stupro subito.
Come posso dire senza sembrare una str*nza insensibile? La storia è coinvolgente, disgustosa il giusto, la vendetta appropriata (al suo posto io avrei fatto soffrire un po' di più i responsabili, ma le condizioni non glielo permettevano), ma totalmente inverosimile. Ovviamente una donna che subisce una tale violenza pensa alla vendetta, a massacrare i suoi aguzzini, anche a non coinvolgere la polizia (per non renderlo pubblico, sicuramente, ma anche perché i tempi della giustizia sanno essere più che biblici a volte). Non parlo di quel genere di verosimiglianza. Ma ogni ragionamento, ogni mossa di Tess è fin troppo lucida e perfetta, non è certo quella di una donna che ha vissuto forse la peggiore esperienza della sua vita.
E' la prima volta che un qualcosa scritto da LUI mi dà questa sensazione, anzi, per me lui è sempre stato lo scrittore della realtà, degli incubi che diventavano reali grazie alla sua meravigliosa penna. Invece qui, niente. Niente realtà, niente magia. E' stato un colpo.

Lievemente meglio è andata con La giusta estensione. Breve ma crudele al punto giusto, reale al punto giusto.
E allora qual è il problema, stavolta? Nessuno, in teoria, se non fosse che qualche tempo fa King scrisse un bellissimo romanzo, dal titolo Cose preziose, in cui sbatteva le stesse uova ottenendo una frittata leggermente diversa (migliore? Ognuno decida per sé). Stavolta però la domanda è più trascendentale: il diavolo vuole davvero la tua anima? O si accontenta di compiere il male fine a se stesso, senza aspettarsi di guadagnarci? Questa domanda rimane in sospeso (intelligentemente, secondo me).

La quarta e ultima novella, la migliore della raccolta a mio parere, si intitola Un bel matrimonio. Cosa faresti se scoprissi che tuo marito, l'uomo con cui hai passato più di metà della tua vita, è un serial killer? E anche uno bravo. Domanda da un milione di dollari, forse di più. Ma King stavolta fa un centro perfetto, sembra quasi che si sia incarnato in Darcy, la quale fa tutto quello che deve essere fatto. Un ultimo racconto col botto, direi, ma non basta a risollevare tutto il libro. E se posso dire la mia, la colpa è anche della traduzione (chiudo qui per non entrare in polemiche sterili). Quando lo rileggerò in originale forse potrò rispondere a questa domanda implicita.

Se siete fedeli lettori, dovete leggerlo, se non altro perché ci trovate Derry, la madre di Bill Tartaglia e anche una battuta speciale per tutti noi amanti della Torre. Ma se siete neofiti, ci sono altri libri (del Re) oltre questo (semi-cit.), vi consiglio di cominciare da altro.

Anarchic Rain

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