martedì 9 luglio 2019

Come una vita insignificante può invece significare tutto

TITOLO: Stoner
AUTORE: John Williams
EDIZIONE: Fazi
PAGINE: 334
VERSIONE LETTA: kindle 
VALUTAZIONE IN DECIMI: 10

Un uomo.
La sua vita.
Senza scossoni.



Questo è Stoner, un romanzo straordinario.

No, non sono ironica. Questo romanzo è davvero straordinario pur non parlando di nulla di straordinario. Semplicemente la vita di William, insegnante universitario di letteratura, uomo timido, marito deluso, padre meraviglioso (almeno per un breve periodo), fino alla morte.
Potrebbe essere la vita di molti. Di un insegnante reale sicuramente, ho rivisto moltissimo di mia madre in quest'uomo.
Stoner nasce destinato a diventare un contadino (istruito, i suoi lo mandano all'università per studiare agraria e mettere a frutto il sapere per migliorare la loro condizione), ma durante il suo primo anno si innamora (per puro caso) della letteratura. E cambiare corso di studi è l'unica cosa della sua vita che conta e mai conterà, l'unica cosa che gli procurerà vero piacere e soddisfazione (almeno in brevi quanto meravigliosi momenti).
Sceglie sua moglie, è vero, abbastanza a prima vista, ma purtroppo si rivelerà un matrimonio infelice. Unica cosa buona che ne viene fuori è sua figlia, ma purtroppo viene "guastata" dalla madre non appena questa si accorge che William la ama più di quanto abbia mai amato lei (o qualsiasi altra persona).
Fortunatamente sotto questa "campana di sfiga" (cit. Grazia) trova due amici un po' strani ma leali (di cui uno purtroppo muore in guerra) e una donna stupenda (almeno intellettualmente parlando) con la quale però non potrà mai avere più di una breve e intensa relazione, a causa delle sue vicissitudini accademiche.

Se proprio dovessi essere costretta a scegliere il capitolo che mi è piaciuto di più, direi senza ombra di dubbio l'ultimo: sono le ultime impressioni di un uomo che muore.
Io non so come John Williams abbia fatto, ma giuro che non ho mai letto pagine più belle e delicate di quelle ultime. Come fai a descrivere una morte, se è l'unica cosa di cui non puoi fare due volte l'esperienza? Ripeto, io non lo so. Ma so che se mai qualcuno è stato in grado di descrivere il momento della morte di una persona, questo è John Williams. E non lo ringrazierò mai abbastanza per questo.

Il mio primo commento appena finito di leggere è stato: mi sento come se non avessi più niente da leggere. Assurdo eh? Eppure la forza di questo libro te lo fa credere, ti fa desiderare di leggere solo questo per il resto della tua misera vita.

Poi ho riflettuto un po'.
La sua straordinarietà sta proprio nella sua insignificanza: non succedendogli nulla che lo contraddistingua, è facilissimo per il lettore operare una specie di "astrazione" e farne una figura universale. La sua vita diventa la vita di tutti, anche la tua (che non sei un'insegnante, che non fai le sue scelte, che non vivi la sua vita, ma tifi per lui con tutta te stessa) e si crea quella cosa meravigliosa che non tutti sono in grado di provare: empatia.

Non vi ho convinto nemmeno un po' a leggerlo?
Naaaaa, non ci credo.

Anarchic Rain

lunedì 1 luglio 2019

Quando l'amore è maledetto e la disperazione è profonda, cosa ci salverà?

TITOLO: Bag of bones
AUTORE: Stephen King
EDIZIONE: Scribner
PAGINE: 516
VERSIONE LETTA: kindle 
VALUTAZIONE IN DECIMI: 9-

Compared to the dullest human being actually walking about on the face of the earth and casting his shadow there, the most brilliantly drawn character in a novel is but a bag of bones.


Sono sempre senza parole quando finisco di leggere questo libro. Questa credo sia la mia terza volta (prima in inglese) e di nuovo ho sperato che qualcosa cambiasse, che non fosse più come è, ma fosse diventato qualcosa di nuovo. Fa sempre male arrivare quasi alla fine e leggere la parte più triste.

Per tutto il libro il senso di inevitabilità è palpabile, ti soffoca quasi. Ed è questa sensazione che ti ricorda la Torre. Non c'è nessun riferimento in particolare, niente che possa rimandare chiaramente all'Opus Magnum di King, eppure la Torre c'è, pervade le pagine una ad una ed è il senso del Ka, in tutta la sua Potenza.

Any good marriage is secret territory, a necessary white space on society's map. What others don't know about it is what makes it yours.

Mucchio d'ossa è un libro sull'elaborazione del lutto. Mike perde sua moglie all'apice del loro amore e non riesce a farsene una ragione. Apparentemente continua a vivere, ma dentro è bloccato. Altro che blocco dello scrittore. Blocco della persona, lo chiamerei.
Mike riuscirà a trovare un'altra ragione per vivere, ma solo dopo aver sistemato gli ultimi affari sospesi di Jo, sua moglie.

Ovviamente il tutto condito dal tocco di King, quindi questi affari sospesi hanno a che fare con una casa stregata, ma questa è solo la sottotrama.

La trama è che una persona in lutto, non importa quanto tempo impieghi, prima o poi tornerà a vivere. E secondo me già questo sarebbe un messaggio stupendo da solo.

Ci sono poi tutti gli ingredienti che ti fanno amare King: una bambina superiore alla media, un fantasma tormentato, una casa stregata, profondità di ogni personaggio (fondamentale secondo me il custode di Mike, Bill Dean), atmosfere da sogno (o incubo), realtà assottigliata.

Gli anni '90 di King segnano la sua migliore produzione continuativa. Non ne ha sbagliato mezzo!

Leggete questo piccolo gioiello, e tenete i fazzoletti a portata di mano.

Anarchic Rain