domenica 26 novembre 2017

Una favola dark tra maghi, re e principi in cerca della loro strada

TITOLO: The Eyes of the Dragon
AUTORE: Stephen King
EDIZIONE: Signet Book
PAGINE: 380
VERSIONE LETTA: kindle 
VALUTAZIONE IN DECIMI: 8 e mezzo

Della serie "Perché non l'ho letto prima?!".
Lo so perché...a volte so essere una piccola snob con la puzza sotto il naso. Sapevo che questo romanzo era una favola fantasy e l'ho snobbato per tutti questi anni.
Ho già fatto i miei cinque (dieci) minuti di vergogna all'angoletto, per questo.
Questo è il libro che lo zio ha scritto per sua figlia, Naomi, quando era piccola, per ribadirle un concetto già espresso nella dedica di It (Magic exists) e per ampliarlo (Real magic is never easy).
E' una favola a tutti gli effetti: c'è un re, un drago, due principi, un mago cattivo ed è ambientata in un regno lontano lontano, in un'epoca lontana lontana.
La cosa dolce è che lo zio strizza l'occhio alla Torre Nera per tutto il libro, pur non nominandola mai, solo avendo ripreso alcuni nomi importanti dalla saga (Roland, Flagg e altri).



Diciamo subito che ho adorato questo libro, non credevo mi sarebbe piaciuto così tanto, ma proprio non riuscivo a staccarmi dalle sue pagine! E ancora adesso, nonostante l'abbia finito da un po' e abbia letto anche altro, non riesco ancora a passare oltre. Perché? Non credo di saperlo bene.

La storia è molto lineare: Roland ha due figli, Peter che adora e Thomas che per lui è invisibile, e un consigliere mago, Flagg, che lavora nell'ombra. King ci mette subito sull'attenti: non dobbiamo farci ingannare dai sentimenti del Re, anche se adora Peter (che è effettivamente un ottimo ragazzo) non dobbiamo credere che Thomas sia cattivo. Mette un accento particolarmente forte in questo: Thomas non è cattivo, è solo un ragazzo triste. Solo e debole anche, ma principalmente triste, che si aggrappa all'unica persona che gli concede un minimo appiglio in quel mare di indifferenza, Flagg. Ma Flagg non lo fa per bontà d'animo ovviamente, non c'è una minima traccia di bontà in lui, questo anche ci viene precisato e sottolineato. E il malvagio mago se ne approfitta in tutti i modi. Fa imprigionare Peter per l'assassinio di Re Roland (che ha commesso in realtà lui stesso) e mette sul trono Thomas che ha dodici o tredici anni ed è alla sua mercé. Peter però è un ragazzo intelligente e paziente e riesce ad escogitare un modo per fuggire.
Lo scontro tra Flagg e Peter è stato emozionante e mi è piaciuto tantissimo che sia stato Thomas a risolvere tutto, è stata la perfetta chiusura del cerchio.

Mi è piaciuto tanto Peter: un bellissimo personaggio ben delineato, forse un po' troppo perfetto per essere vero, ma ricordiamoci che è una favola...
Peter è un Giusto, cerca sempre di fare la cosa opportuna e ama suo fratello ancora di più quando vede che il padre lo ignora (Roland non è cattivo, ma è un sempliciotto e gli riesce più facile amare Peter che è così diverso da lui invece di Thomas, al quale è in realtà profondamente affine). Ma Thomas, anche se ama a sua volta suo fratello, si fa sviare da Flagg, che gli mette sempre la pulce sbagliata nell'orecchio: fa tutto parte del suo piano.
Qual è questo piano e perché vuole che sul trono ci sia Thomas invece di Peter?
E' molto semplice: Flagg esiste per distruggere e il regno di Delain è il suo terreno di caccia preferito. Flagg è immortale o quantomeno ha vissuto molto, molto a lungo, ed è sempre stato in quella parte di mondo. Lui odia e cerca in ogni modo di distruggere quello che gli uomini buoni creano con fatica. Con Roland ha iniziato il suo lavoro, ma sa benissimo che Peter non gli permetterebbe nulla, anzi, lo farebbe scacciare come prima azione da Re. Mentre con Thomas...quindi per togliere di mezzo con un solo colpo Roland e Peter, uccide l'uno facendo ricadere la colpa sull'altro. Un piano perfetto.
Ogni piano malvagio, per quanto sembri perfetto, però, ha una piccola incrinatura. E in questo caso, la piccola incrinatura si chiama Thomas: il principe ha inconsapevolmente visto Flagg che uccideva il padre, anche se sembra scordarsene subito.
Passano quattro o cinque anni, Peter riesce nel suo piano di fuga anche grazie a due amici fidati (mi piace che King abbia affidato la sorte del futuro Re a un contadino e un maggiordomo, come a dire che tutti sono necessari e non è la classe sociale che decide il valore di una persona) e finalmente può affrontare Flagg: un incontro nella stanza dove il Re è stato avvelenato e dove tutti i nodi verranno finalmente al pettine.
Un happy ending, dunque? Ni.
Lo zio ci avverte che anche se il male è stato sconfitto, non significa che ora siano tutti felici per sempre. Nella vita ci sono molte prove che bisogna affrontare, ci sono giorni buoni e giorni meno buoni, e ognuno deve affrontarli come meglio può, con tutte le armi a sua disposizione.

Il personaggio che ho preferito è sicuramente Thomas. E' a lui che King (guarda un po', secondogenito anche lui) dedica le descrizioni più belle, è lui che sembra "proteggere" di più. Innanzitutto all'inizio impiega molto tempo per spiegarci che Thomas non è cattivo, ma solo triste (a volte anche confuso e geloso delle attenzioni che il padre dedica a Peter) e per questo non dobbiamo addossargli alcuna colpa per quello che succede. E' Flagg che manovra tutti i fili e, se è vero che Thomas glielo lascia fare, è anche vero che il mago è l'unico che in vita sua gli ha dato quello che più desiderava: attenzione. Non si può biasimarlo troppo.
King ci tiene a sottolineare che una vita passata all'ombra del fratello non deve essere stata una vita facile, specialmente per un ragazzino sensibile come lui e la descrizione della sua anima è talmente bella che ve la riporto pari pari (in inglese però, visto che è così che l'ho letta io):

People's mind, particularly the minds of children, are like wells - deep wells full of sweet water. And sometimes, when a particular thought is too unpleasant to bear, the person who has that thought will lock it into a heavy box and throw it into that well. He listens for the splash and then the box is gone. Except it is not, of course. Not really. [...] The casket those evil, frightening ideas are buried in may rot, and the nastiness inside may leak out after a while and poison the water and when the well of the mind is badly poisoned, we call the result insanity.

Trovo questo passaggio di una bellezza incredibile: King ancora una volta ci ha inchiodato alla pagina, ci ha mostrato la vera faccia dell'anima di un piccolo principe solitario e ci ha fatto male (perlomeno a me sì). Come si può biasimare Thomas dopo queste parole? E come si può farlo dopo l'atto di coraggio che compie alla fine? Non si può, e infatti Peter gli perdona tutto e lo accoglie a braccia aperte. Ma Thomas sa che quello non è il suo posto, non lo è mai stato, deve andarsene per trovare il suo vero io e per non farsi soffocare dal veleno che è stato dentro di lui così tanto tempo. Flagg è scomparso, ma gli effetti del suo passaggio sono ancora troppo vividi.
E' struggente vederlo allontanarsi, anche se sappiamo che è meglio per lui.

Leggete questo libro e leggetelo ai vostri figli. Ci sono cose che non si riescono a spiegare, ma questa favola racchiude tutto ciò che un ragazzo dovrebbe sapere prima di crescere, così da farlo per bene.

Real friendship always makes us feel such sweet gratitude, because the world almost always seems like a very hard desert, and the flowers that grow there seem to grow against such high odds.

Anarchic Rain

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