AUTORE: Desy Icardi
EDIZIONE: Fazi Editore
PAGINE: 773
VERSIONE LETTA: cartacea
VALUTAZIONE IN DECIMI: 7 e 8, rispettivamente
I libri si leggono, ma i classici si rileggono.
Come tutti voi che mi seguite sapete bene, sono tra quelle persone che si possono definire lettori forti. Per intenderci, nella mia Challenge annuale su Goodreads il mio obiettivo di 30 libri l'ho sempre raggiunto e superato.
E a noi lettori forti piacciono molte cose: storie belle, storie scritte bene, storie con particolari punti di vista, storie che guardano cose ordinarie con occhio straordinario. Ma, soprattutto, a noi piacciono i libri. Proprio come oggetto da venerare. E un libro che parla di libri è una doppia gioia per noi.
I primi due libri di quella che probabilmente sarà una pentalogia rientrano in quest'ultima categoria.
Attraverso le storie di due protagoniste fantastiche (molto diverse, ma straordinarie ognuna a modo proprio), l'autrice ci fa (ri)scoprire l'amore per i libri, semplicemente.
Adelina e Dalia non potrebbero essere più diverse (e lontane temporalmente parlando): la prima è un'adolescente molto timida che abita con sua zia per frequentare il liceo in città, la seconda una simpatica ottantenne con un passato da dattilografa che si occupa di anticaglie; entrambe però hanno un dono: Adelina legge con l'olfatto e Dalia ricorda con le mani.
Entrambe vivono a Torino, che ci viene descritta così come doveva essere negli anni '60 e nei primi anni '40 sotto i bombardamenti inglesi.
Entrambi i libri raccontano due storie, a capitoli alterni: Adelina divide la scena con sua zia Amalia (per quanto più prosaica, anche la sua storia é interessante) e la Dalia ottantenne con una se stessa diciassettenne (separate da un piccolo incidente). Di queste doppie narrazioni, ho preferito sia dal punto di vista della storia in sé che da quello stilistico la seconda, per un motivo preciso: i capitoli della vecchietta ottantenne sono scritti in seconda persona! Non ricordo di aver mai letto un libro con questo stratagemma, ma mi è piaciuto tantissimo, tanto che spero l'autrice lo riutilizzi in futuro.
I due romanzi hanno alcuni personaggi in comune, essendo ambientati nella stessa città, ma coprendo un arco temporale abbastanza ampio li ritroviamo giovani in uno e vecchi nell'altro. Per esempio, Amalia, la zia di Adelina, per un certo periodo negli anni '40 si era avvalsa di una dattilografa per la sua corrispondenza; nel secondo libro scopriamo che essa era proprio Dalia, presentatale da quell'avvocato Ferro che in entrambi i romanzi gioca un ruolo di primo piano per le protagoniste.
Ecco, Ferro è praticamente me stessa (tranne per il fatto che non ha una sua famiglia): vive in mezzo ai libri, vive PER i libri e in ogni attimo in cui se ne allontana prova rimorso di stare sprecando tempo prezioso.
L'avvocato Ferro non calcolava il tempo in ore, giorni o settimane, bensì in libri letti.
Soprattutto sa consigliarli: il libro giusto al momento giusto, perché non c'è niente di peggio che un libro anche bello ma letto nel momento sbagliato, niente che possa distruggere la vita di una persona in maniera più definitiva.
Il linguaggio dell'autrice è molto semplice, lineare, però d'effetto, capace di farti bere le pagine in un lungo e dissetante sorso. Non sono riuscita a metterli giù, nonostante non ci siano grandi (o piccoli) colpi di scena. Presumo siano proprio le protagoniste a renderti curioso, a farti sperare in qualcosa che poi finalmente accade. E poche cose sono tanto soddisfacenti dopo una lettura bella e avvincente.
Sono bellissime le descrizioni (mai lunghe o fuori luogo) di Torino, sia nel suo momento migliore che sotto i bombardamenti (il particolare dell'intonaco che si deposita su persone e oggetti mentre l'edificio viene scosso da un terremoto che terremoto non è, è particolarmente agghiacciante.
Ci sono circostanze nelle quali non sentirsi soli è praticamente impossibile: quando si è adolescenti, quando si è lontani da casa o quando si è diversi da tutti gli altri.
Questa è Adelina, in breve.
Di Dalia non abbiamo una così esaustiva frase riassuntiva, ma l'incipit è piuttosto anticipatore, oltre a essere la citazione per eccellenza:
È una verità universalmente riconosciuta che una donna in possesso di una lunga storia abbia bisogno di una memoria adeguata.
Lasciatevi catturare da queste due donne e dallo stile con cui le loro storie sono raccontate. Passare una giornata in loro compagnia non può farvi male, di certo vi farà meglio di quanto pensiate.
Anarchic Rain