AUTORE: Stephen King
EDIZIONE: Hodder&Stoughton
PAGINE: 992
VERSIONE LETTA: kindle
VALUTAZIONE IN DECIMI: 7 e mezzo
Altro giro, altro regalo. La terza raccolta di racconti dello zio.
Andiamo a vederli uno per uno:
Dolan's Cadillac: una storia di vendetta in pieno stile Bachman. Un mafioso gli ammazza la moglie e lui aspetta. Aspetta. Aspetta. È, quando la situazione si fa più propizia, colpisce. Non solo si vendica secondo il vecchio occhio per occhio ma lo condisce con l'umiliazione completa del nemico.
The End of the Whole Mess: geniale. Un racconto post-apocalittico sul momento pre-apocalittico da parte di uno dei principali responsabili. A volte, ma solo a volte, l'uomo non è cattivo in sé, é solo poco lungimirante. Incredibilmente realistico.
Suffer the Little Children: un puro racconto in stile Poe. Un orrore sussurrato, che non viene spiegato mai ma non è meno terrificante. Poi capirai, quando si tratta di bambini io comincio a tremare a priori, mi fanno troppa paura!!
The Night Flier: forse uno dei racconti più famosi della raccolta e di King in generale, un racconto di vampiri in chiave un po' moderna. A me è piaciuto tantissimo!
Popsy: anche i vampiri sono dei teneroni in fondo. È qui ci ritroviamo a fare il tifo (anche se all'inizio non lo sappiamo) proprio per uno di loro! Questo racconto mi è rimasto dentro per più di un motivo.
It grows on you: non mi è piaciuto. Mi dispiace molto dirlo, ero intrigata dal titolo, ma non sono proprio entrata nella storia. Forse non l'ho nemmeno capita, in effetti. Vero che ho dovuto rileggerla in italiano perché c'erano troppi termini che non conoscevo...ma non mi ha lasciato nulla.
Chattery teeth: sai già dove andrà a parare, ma te lo godi comunque!
Dedication: cosa non farebbe una madre per suo figlio? Dolores insegna.
The Moving Finger: come dice King stesso, un racconto a cui non devi chiedere spiegazioni. Lo leggi e ti piace oppure no. A me è piaciuto!!
You know they got a hell of a band: diciamo la verità, ci abbiamo pensato tutti prima o poi a dove sono tutti quei meravigliosi cantanti/musicisti morti troppo presto. Se da qualche parte ancora strimpellano e cantano. Ma siamo proprio sicuri che sia un bel posto? King dice di no.
Home delivery: molto poco classico racconto sugli zombie. A me stavolta non ha convinto. Secondo me gli zombie non sono nelle corde dello zio (vedi anche Cell...).
Rainy season: un racconto deliziosamente horror, tipicamente nonsense e stilisticamente perfetto. Altro che piaghe d'Egitto!!
My Pretty Pony: questo è King. Un anziano che non si comporta come gli altri, un bambino sveglio, tutta la fatalità dello zio. Una bellissima riflessione sul tempo che passa, condita da un molto moderno "abbasso i bulli!". Ok, mi sono capita da sola, dovete leggerlo!
Sorry, right number: l'ispirazione è presa sicuramente da una delle mille storie da campeggio di quelle che racconti con la torcia puntata sotto la faccia, tipo quella della vecchia che ama i puzzle e mentre sta facendo l'ultimo si accorge che rappresenta lei in quel momento...
The Ten o'clock People: tipica storia di mostri che non può assolutamente mancare in una raccolta come questa!!
Crouch End: il gioiellino di questa raccolta, il collegamento immancabile con la Torre. Attenti a Crouch End, dove le sottilità esistono e gli angoli non sono come te li aspetti.
The House on Maple Street: non so perché ma quando inizia a parlare dei cavi negli angoli mi è subito venuta in mente Vera Donovan, ma li chiama in modo diverso: per Vera erano "wires", per i ragazzi Bradbury "cables".
The fifth quarter: un racconto d'avventura, se così si può dire. Una caccia al tesoro che però è dedicata alla mappa per trovarlo. Non entusiasmante, ma scorrevole.
The doctor's case: cosa ne penso di Sherlock e Watson raccontati da King? Apprezzo il tentativo, e l'omaggio, ma no, non lo trovo nelle sue corde!
Umney's Last Case: strano. Non so definirlo in altro modo, strano ma con un finale da paura! Perlomeno, quello che all'inizio sembrava il vero finale me lo aspettavo abbastanza, ma poi... colpo di scena! Il finale verissimo è arrivato e mi è piaciuto un sacco! La scrittura mi è sembrata un po' diversa dal solito, ho ritrovato King solo nell'ultimo capitolo. Forse la stranezza è dovuta a questo...
Head down&Brooklyn August: come sempre, non sono assolutamente in grado di parlare del baseball (che trovo abbastanza noioso quando descritto in un libro) e delle cosiddette poesie di King. Mi rifiuto.
In questa raccolta abbondano le citazioni, a se stesso e ai suoi miti (Lovecraft e Bradbury su tutti) e, anche se non credo si possa paragonare a Scheletri per qualità, è comunque una delle migliori raccolte di racconti horror in circolazione. Sono sicura di averlo già detto, ma King è una garanzia. Sia che tu voglia un bacio veloce al buio, sia che tu voglia fare l'amore sotto la pioggia.
E con questo libro ho capito una grande verità: a me King piace da matti quando parla di vampiri. È vero che mi piace anche in molte altre cose, ma secondo me quando parla delle creature della notte per eccellenza dà davvero il meglio di sé.
Quindi leggetelo, che siate o no veri constant readers. Magari un racconto ogni tanto, come per riprendere fiato (o farvelo mozzare).
Anarchic Rain
Dedication: cosa non farebbe una madre per suo figlio? Dolores insegna.
The Moving Finger: come dice King stesso, un racconto a cui non devi chiedere spiegazioni. Lo leggi e ti piace oppure no. A me è piaciuto!!
You know they got a hell of a band: diciamo la verità, ci abbiamo pensato tutti prima o poi a dove sono tutti quei meravigliosi cantanti/musicisti morti troppo presto. Se da qualche parte ancora strimpellano e cantano. Ma siamo proprio sicuri che sia un bel posto? King dice di no.
Home delivery: molto poco classico racconto sugli zombie. A me stavolta non ha convinto. Secondo me gli zombie non sono nelle corde dello zio (vedi anche Cell...).
Rainy season: un racconto deliziosamente horror, tipicamente nonsense e stilisticamente perfetto. Altro che piaghe d'Egitto!!
My Pretty Pony: questo è King. Un anziano che non si comporta come gli altri, un bambino sveglio, tutta la fatalità dello zio. Una bellissima riflessione sul tempo che passa, condita da un molto moderno "abbasso i bulli!". Ok, mi sono capita da sola, dovete leggerlo!
Sorry, right number: l'ispirazione è presa sicuramente da una delle mille storie da campeggio di quelle che racconti con la torcia puntata sotto la faccia, tipo quella della vecchia che ama i puzzle e mentre sta facendo l'ultimo si accorge che rappresenta lei in quel momento...
The Ten o'clock People: tipica storia di mostri che non può assolutamente mancare in una raccolta come questa!!
Crouch End: il gioiellino di questa raccolta, il collegamento immancabile con la Torre. Attenti a Crouch End, dove le sottilità esistono e gli angoli non sono come te li aspetti.
The House on Maple Street: non so perché ma quando inizia a parlare dei cavi negli angoli mi è subito venuta in mente Vera Donovan, ma li chiama in modo diverso: per Vera erano "wires", per i ragazzi Bradbury "cables".
The fifth quarter: un racconto d'avventura, se così si può dire. Una caccia al tesoro che però è dedicata alla mappa per trovarlo. Non entusiasmante, ma scorrevole.
The doctor's case: cosa ne penso di Sherlock e Watson raccontati da King? Apprezzo il tentativo, e l'omaggio, ma no, non lo trovo nelle sue corde!
Umney's Last Case: strano. Non so definirlo in altro modo, strano ma con un finale da paura! Perlomeno, quello che all'inizio sembrava il vero finale me lo aspettavo abbastanza, ma poi... colpo di scena! Il finale verissimo è arrivato e mi è piaciuto un sacco! La scrittura mi è sembrata un po' diversa dal solito, ho ritrovato King solo nell'ultimo capitolo. Forse la stranezza è dovuta a questo...
Head down&Brooklyn August: come sempre, non sono assolutamente in grado di parlare del baseball (che trovo abbastanza noioso quando descritto in un libro) e delle cosiddette poesie di King. Mi rifiuto.
In questa raccolta abbondano le citazioni, a se stesso e ai suoi miti (Lovecraft e Bradbury su tutti) e, anche se non credo si possa paragonare a Scheletri per qualità, è comunque una delle migliori raccolte di racconti horror in circolazione. Sono sicura di averlo già detto, ma King è una garanzia. Sia che tu voglia un bacio veloce al buio, sia che tu voglia fare l'amore sotto la pioggia.
E con questo libro ho capito una grande verità: a me King piace da matti quando parla di vampiri. È vero che mi piace anche in molte altre cose, ma secondo me quando parla delle creature della notte per eccellenza dà davvero il meglio di sé.
Quindi leggetelo, che siate o no veri constant readers. Magari un racconto ogni tanto, come per riprendere fiato (o farvelo mozzare).
Anarchic Rain