giovedì 11 agosto 2016

American Gods di Neil Gaiman

Credo di preferire la condizione umana a quella divina. Non abbiamo bisogno che credano in noi. Tiriamo avanti lo stesso.



Quando un libro mi si presenta come "il capolavoro dell'autore", lo prendo sempre con le pinze. E mi fa anche un po' paura...specialmente se è di un autore che già amo per altri libri (nel caso specifico, Sandman, Coraline e Il cimitero senza lapidi e altre storie nere).
Però, sempre per le Olimpiadi di Lettura, finalmente ho avuto la giusta spinta per iniziarlo. E ammetto che non ne sono pentita.
Non solo per la storia, per i personaggi, per il modo (sempre splendido) di scrivere di Gaiman.
E per cos'altro, vi stupirete voi.
Ecco, vorrei premettere che tutto quello che dirò ora è (ovviamente) assolutamente opinabile e che comunque non lo penso né con cattiveria né con malizia, ma con genuino piacere.
Molto più che in altre opere (per non dire a differenza di), forse perché il libro è molto corposo, ci ho visto tantissimi richiami alla letteratura gotica/horror di tutti i tempi.
Per fare un paio di esempi: il protagonista (Shadow, non è un nome adorabile?) a un certo punto viene guidato da un corvo parlante e gli chiede (ironicamente) di dire "Mai più" (Nevermore). Mi sono venute le lacrime agli occhi, anche se poi il corvo, evidentemente risentito dell'associazione letteraria, gli risponde "Vaffan*ulo" (facendomi piangere dalle risate).
Che dire poi delle anticipazioni tipicamente kinghiane sulla morte di un personaggio (del tipo: quella fu l'ultima volta che lo/la vide vivo/a) e dello specifico riferimento a Carrie (il film, però)!
Oppure il grandioso omaggio (credo) a Bradbury e al suo Il popolo dell'autunno con la giostra infernale che invece di modificare il tempo, qui modifica lo spazio, portando i personaggi in una specie di mondo parallelo.
Poi ci sarebbe l'analogia uomo-bufalo/uomo-pecora con Murakami  (ma questa è forse una forzatura che ho trovato solo io...).
Vabbè, queste sono cose che fanno brillare gli occhi a una book-maniac come me.

Ma parliamo del libro in sé.
La storia come ho accennato prima è molto bella, anche se ingarbugliata e con molti personaggi (i loro nomi strani non aiutano a tenerli a mente), di alcuni dei quali onestamente non ricordo nemmeno la fine...forse Gaiman si è fatto sfuggire un po' le cose di mano. Comunque a volerla riassumere, questa è la storia di unascita guerra tra dei nuovi e vecchi, per il potere sul mondo. Chi vince? Al lettore l'ardua sentenza.
Il protagonista però è un uomo, tutt'altro che perfetto, assoldato da un dio per seguirlo. All'inizio non capiamo assolutamente perché sia stato scelto proprio Shadow tra tutti, visto che non solo è un tizio normalissimo,  ma anche più sfigato di altri. Ma piano piano scopriremo perché.
Anche se in alcuni punti l'intreccio non è ben gestito, devo dire che l'idea di fondo è stupenda e non ci si poteva spettare di meno da uno scrittore come lui. Ci sono un paio di colpi di scena che non mi aspettavo (anche se forse, leggendolo con attenzione, si potevano intuire): Odino/Wednesday padre di Shadow, o Hinzelmann serial killer divino (questo un fuori-storia un po' forzato, comunque).
Poi alcune cose interessanti non sono state approfondite, come la faccenda degli uccelli del tuono oppure le storie degli dei all'arrivo in America...
La cosa che mi ha lasciato "stonata" è che i personaggi,  pur sembrando tutti interessantissimi, non sono assolutamente stati approfonditi. Mi hanno dato l'impressione di essere solo abbozzati (e in quasi 600 pagine di libro non me lo aspettavo proprio), presentati e poi mollati lì senza specifiche. Insomma in questo libro il lettore fa il grosso del lavoro,  e non che mi dispiaccia, ma invece di perdersi in voli pindarici Neil poteva pure sprecare un po' di più.
Poi la faccenda dei giochi di prestidigitazione l'ho trovata un po' petulante in alcuni frangenti.
Non voglio essere troppo dura con un autore che comunque mi piace e apprezzo tantissimo, però ci sono rimasta un po' male, ecco. Mi sono sentita tradita.

Insomma qual è il mio consiglio? Leggetelo, se siete fan di Gaiman, ma iniziate con altro se non l'avete mai letto prima.

Anarchic Rain

Nota: ho scoperto che questo libro fa parte di una trilogia. Non nel senso convenzionale del termine, ma ci sono altri due libri collegati a questo tramite i personaggi. E vabbè. Non si può avere tutto dalla vita.
(Che ho contro le trilogie, chiedete? Niente, in generale. Nello specifico credo siano diventate troppo di moda. Decisamente troppo. Oggi pare che se non scrivi una trilogia -almeno una- non sei nessuno, persino King ha scritto una trilogia, bah).

2 commenti:

  1. Quali sono gli altri due titoli?

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    1. Ciao! Sono Anansi boys e The monarch of the glen.
      Riprendono alcuni dei personaggi di AG, quindi forse sono meglio classificati come spin-off :)

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