martedì 28 giugno 2016

Libri e settima arte. Part I: Penny Dreadful

Immagine presa da Quag


Già sento la vostra disapprovazione. Riesco a percepire ogni sospiro esasperato, ogni mormorio agonizzante.
E di solito anch'io reagisco così. Un film sta al libro come una goccia sta all'oceano e fin qui siamo tutti perfettamente d'accordo.

Ma un sincero omaggio ad alcuni dei libri più belli mai scritti può essere ignorato?
Non da me.

Penny Dreadful è stata una delle scoperte più interessanti degli ultimi mesi. L'ho vista tutta d'un fiato e devo dire che mi ha affascinato non poco. Nonostante i primi episodi siano un insieme un po' confuso dei più famosi romanzi gotici dell'800 inglese, andando avanti la trama si sviluppa e si "intensifica".
Ci sono vampiri, Van Helsing, streghe, lupi mannari, voodoo africani, Dorian Gray, il dottor Frankenstein con la/e sua/e Creatura/e, egittologia, a cui si aggiungono indiani d'America e persino il dottor Jeckyll.
Ma che cos'è che li rende speciali? Cos'è che mi ha fatto pensare che valgano qualcosa nonostante i loro corrispettivi cartacei?

Vanno oltre. Superano se stessi e i loro creatori originali.
Vi avviso che ci saranno spoiler come se piovesse, sia sulla serie che sui libri da cui ogni personaggio è tratto.

Il primo che mi viene in mente, perché il mio preferito, è Dorian Gray. Tutti ricordiamo il Gray di Wilde: un idolo creato da ogni persona che lo ha sfiorato, primo tra tutti Basil, il suo amico pittore, il primo ad innamorarsi di lui e il primo a mostrargli la sua bellezza, tanto estrema da essere peccaminosa. Poi lord Henry, il suo cosiddetto migliore amico, colui che non potendo vivere secondo i suoi stessi precetti ha vissuto attraverso Dorian per decenni, rendendosi conto troppo tardi di cosa aveva creato. E alla fine, abbandonato pressoché da tutti, ma specialmente da se stesso, Dorian non sopporta più il suo essere immortale e abbietto e si toglie la vita.
Il Dorian che ritroviamo in Penny è invece l'idolo perfetto. Completamente vuoto, amorale, indistruttibile. Niente e nessuno può sconfiggerlo, nessuno può anche solo minimamente arrivargli vicino, neppure lui stesso saprebbe dire dove si trova più. E' morto, ma risplende.
E' andato oltre l'immaginazione (pur sfrenata) di Oscar Wilde, è arrivato dove lui non è potuto andare. Ed io penso che si sia superato. Mi è piaciuto immensamente vederlo oltre i limiti, avevo quasi paura che alla fine si perdesse (ritrovasse?) ma per fortuna non è successo. E' rimasto perfetto.

Parliamo di Frankenstein e della sua povera Creatura. Due uomini distrutti, prima dalla vita, poi dalla morte. Ma soprattutto dall'amore. Frankenstein viene descritto come un ragazzino viziato dalla madre, malaticcio, che ad un certo punto della sua vita scopre qualcosa di incredibile e pericoloso: come sconfiggere la morte. Ingestibile la prima volta, ci riprova con un altro "essere" e sembra che sia più fortunato, ma quando il suo primo "errore" torna lo fa con potenza vendicativa e distruttiva. La prima Creatura (che si chiamerà John Clare) vuole una compagna per affrontare lo squallore della vita eterna. Ma il dottore anche nella versione televisiva si innamora della "donna" che resuscita e si perde per lei. A questo punto le due trame si dividono, la Creatura torna alle sue origini (ricordandosi sempre più di sua moglie e suo figlio) e il dottore tenta di farsi amare da colei che ha riportato alla vita, ma fallisce e la lascia andare.
Non mi è piaciuto moltissimo il personaggio del dottor Frankenstein, troppo giovane e schiavo dei suoi umori e della morfina. Ma ho adorato la Creatura, John Clare, che tra i comprimari è l'unico che lotta per ritrovare se stesso e che riesce nello sforzo. E' un personaggio triste, malinconico, romantico, come il poeta a cui ha preso in prestito il nome. Di una dolcezza struggente.

Dracula, il vampiro più amato di tutti i tempi. Ero curiosa di vedere cosa ne avrebbero fatto. Lui forse mi ha deluso più di tutti, perché era quello da cui mi aspettavo di più. Lui non è andato al di là. Lui è rimasto schiavo delle stesse catene che l'avevano distrutto già tra le pagine dei diari di Mina e Jonathan e Van Helsing. Una scena emblematica è nell'ultima puntata della terza (e ultima) serie: lui, seduto, mentre Vanessa (oh, Vanessa!) è dietro di lui. Le chiede cosa sta per succedere e lei prima poggia la mano sulla spalla di lui, poi la ritira quando lui cerca di prenderla. A questo punto, Dracula abbassa la testa: un sottomesso, totalmente in balia del suo amore per lei, perdutamente svanito nel grande potere di lei. Non mi è piaciuto, avrei voluto che il carisma dimostrato nelle prime apparizioni non svanisse così come un fuoco fatuo, come se una volta raggiunto l'obiettivo non contasse più averlo, come se tutto quanto fosse stato solo un teatrino per catturare lei, crollato subito dopo.

Nonostante ci siano state scelte che mi hanno disturbato e scene insulse (come in ogni serie tv che si rispetti), nel complesso Penny Dreadful mi è davvero piaciuto. Ho trovato quasi tutti i personaggi più che azzeccati, a partire da Eva Green, che è semplicemente divina, passando per Timothy Dalton (tormentato a sufficienza), Reeve Carney (un Dorian Gray che semplicemente è uscito dal libro, perfetto) e Rory Kinnear (John Clare). Frankenstein non mi è piaciuto molto, ma solo perché penso sempre a lui come un adulto, quasi vecchio, non come un ragazzino fragilino e tutto nervi. E non mi è piaciuto nemmeno Ethan Chandler (il cui vero nome, Talbot, rimanda ai lupi mannari della tradizione cinematografica americana), interpretato da Josh Hartnett, attore a mio parere fiacchissimo in questo ruolo.

Per quanto riguarda il finale di serie (è infatti stato annunciato, subito dopo l'ultimo episodio della terza stagione, che la serie risulta interrotta) mi fa immensamente piacere che mr Clare sia l'unico alla fine che sembra rimanere in piedi. A fatica, magari, senza fiato, sicuramente, ma è l'unico che non perde se stesso, l'unico che riuscirà ad andare avanti. Proprio come Dorian. Nessuno dei due è senza dolore. E se Dorian lo ignora, John Clare ne trae nutrimento.

Guardate questa serie e, se potete, guardatela in lingua originale, quello splendido inglese che vi trascinerà nei vicoli bui e pericolosi di una Londra piovosa e grigia.

Anarchic Rain

Nessun commento:

Posta un commento