sabato 18 aprile 2015

Un mondo nascosto, affascinante, difficile. Ma bellissimo

TITOLO: Un grido fino al cielo
AUTORE: Anne Rice
EDIZIONE: Sperling&Kupfer
PAGINE: 553
VERSIONE LETTA: cartacea
VALUTAZIONE IN DECIMI: 8 e mezzo

La regina di New Orleans stavolta ci delizia con un romanzo che non fa parte né delle Cronache dei Vampiri né della saga delle streghe Mayfair.



Questo è un romanzo a sé stante che parla di musica. E ci fa comprendere in pieno quanto la musica conti per la nostra magnifica signora Rice.
La storia è ambientata nella Venezia del '700, all'epoca in cui la Serenissima era sotto il controllo del Doge e nemmeno il Papa (quasi) poteva interferire nelle faccende di questa speciale repubblica sulla laguna. Era l'epoca dei Teatri e dei grandi castrati (cantanti lirici maschi che facevano parti da soprano, essendo stati castrati da piccoli).
In questo scenario nasce e cresce Tonio, figlio di una famiglia veneziana tra le più potenti.
Un susseguirsi di intrighi e colpi di scena, di avventura e (soprattutto) amore, che coinvolgono il protagonista in prima persona.

La cosa fondamentale per Tonio è sempre stato l'amore, fin da quando è nato. Sua madre, suo padre, i suoi maestri, persino gente incontrata una volta sola, fanno tutti parte di un suo ideale cerchio, al di là del quale c'è l'inconsapevolezza verso il mondo sconosciuto. Quando questo mondo viene a lui nelle vesti di suo fratello, l'interno del cerchio vacilla e si sgretola.
Tonio diventa un castrato (già grande, ma con una voce ancora più che perfetta) e da qui inizia la sua seconda vita.
Vita che lui voterà alla vendetta contro chi gli ha fatto del male.
Ma la domanda è: chi glielo ha fatto? E perché? E soprattutto: è stato davvero un male?
Ops, sono tre domande...

Un libro straordinario, un viaggio intenso, a volte brutale, nel mondo di quell'epoca, che la Rice riesce magnificamente a rendere. La sontuosità e, di contro, il marciume sia della città (Venezia, principalmente, ma anche Napoli, in seguito) che delle persone, che hanno una doppia faccia ma che in fondo sono spinti dall'amore. Tutti, dal primo all'ultimo. Ma l'amore può assumere i connotati della gelosia, della nostalgia, della crudeltà e della depravazione.
Tutte cose che Tonio deve imparare a riconoscere e scegliere. Così come si deve scegliere (sempre) tra bene e male.
Il personaggio di Carlo, "fratello" di Tonio, è davvero tragico. Un uomo che non è stato distrutto solo da suo padre e dal suo antico amore, ma anche e soprattutto da se stesso. Quello che Carlo non capisce, fino alla fine (e dubito che anche allora l'abbia capito pienamente) è la differenza fondamentale con Tonio, che lui odia così tanto: Tonio è colto e leggermente altezzoso, è vero, ma in fondo al cuore è puro. Lo si vede nella passione che mette nella musica e persino nell'amore "bisognoso" che prova per il suo maestro, per Christina. Invece, Carlo è un essere che il rancore ha reso crudele, oserei dire "putrido", come le fondamenta di Venezia. Forse al di là di qualsiasi riscatto. E infatti gli succede quello che gli succede, alla fine.

La storia d'amore tra Tonio e Guido, uno dei centri del romanzo, è trattata in modo altalenante. Ci sono momenti di intensa tenerezza affiancati da altri di schiacciante brutalità. Il loro è un amore che all'inizio è bramoso solo di sé ma poi lascia lo spazio per tutto, persino per altre persone, finché non arriva quella che ne costituisce il completamento: Christina.

La signora Rice sa esattamente cosa scrivere per muovere le giuste corde dei nostri cuori e riesce a farci emozionare, stavolta quasi contro la nostra volontà. Quando all'epoca comprai il libro, non sapevo assolutamente di cosa si trattasse, mi piaceva il titolo, il riassunto nel retrocopertina era interessante e poi lo aveva scritto lei, la regina dei Vampiri. L'ho letto d'un fiato, nonostante conti 550 pagine e sia scritto minuscolo, e ne sono rimasta a dir poco affascinata.
Senza fiato la prima lettura, la seconda (poco tempo dopo) fu più lenta, per potermi gustare a fondo le descrizioni (sempre minuziose), i luoghi e anche la musica.

Una cosa che la nostra cara Anne non fallirà mai è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi. Sono tutti minuziosamente descritti, non solo dal punto di vista fisico, ovviamente, ma anche e soprattutto da quello spirituale. Sappiamo cosa prova, cosa lo fa arrabbiare/eccitare/intristire, possiamo indovinare quasi le mosse che farà in una data situazione, quasi fosse un amico intimo, di cui conosciamo tutto.
Passando per le relazioni tra i vari personaggi, intricate, dolci, passionali, vendicative.
Per finire con i luoghi, le splendide descrizioni di Venezia, soprattutto notturna, i teatri, il collegio di Napoli dove Tonio viene portato.

Ma la scena più magistrale di tutte è sicuramente il confronto tra Tonio e Carlo.
Un testa-a-testa atteso per tutto il libro, una resa dei conti che deve per forza decretare un vincitore, finalmente. Anche se la mia domanda è: si può davvero parlare di vincitore in questo caso? Non saprei. In fondo il peccato di cui uno dei due (ok, sarò buona, non vi dico chi) si deve macchiare, non è proprio veniale...eppure sappiamo che è necessario, che non si può vivere con il fiato sospeso come fino a quel momento cruciale.

Vi lascerò trattenere il fiato finché non lo leggerete.
Ma fatelo perché il libro è davvero stupefacente. Lasciatevi incantare dalla voce di uno splendido eunuco e dalla tela di una splendida regina.

Anarchic Rain

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